49. Levante vs Pollyanna

Io non ce l’ho, di per sé, con quelli che si lamentano.
Ci mancherebbe.
Tra l’altro a me Pollyanna m’é sempre rimasta parecchio sui coglioni con questa fissa che bisogna per forza guardare il positivo della situazione a tutti i costi, e se stai davvero razzolando in una cloaca maxima da mesi l’opzione di esternare platealmente un sano “Mannaggialcazzo” io lo considero un diritto inalienabile del genere umano.

Ce l’ho con quelli che del lamento hanno fatto un vessillo, in biglietto da visita con cui si presentano al mondo, e del “Che vita di merda” (accidenti a Levante e a quando ha fatto quella – peraltro divertentissima – canzone) fanno una vera filosofia, come approccio stesso alla giornata.
A parte il fatto che il piú delle volte, vedendo chi pronuncia la fatidica frase, mi ricorda tanto una posa in pieno stile “Maria Antonietta” sdraiata con indolenza su duemila cuscini che si lamenta del tedio in cui versa la propria esistenza, e il confronto delle due situazioni trovo che abbia davvero del grottesco (senza contare che a lei hanno poi separato il cranio dal resto del corpo).
Quello che intendo é che la prima volta che la fai risuonare nell’etere fa ridere, la seconda un po’ meno, alla terza cominci a puzzare di uno snobismo talmente fuor di misura che mi verrebbe da mandarti col corriere espresso una pistola carica cosí almeno finisci di fare quello che hai cominciato.
(scusate l’espressione colorita ma oggi ho il cazzo girato e ve la prendete cosí)

Del fatto che secondo me bisognerebbe guardarsi un po’ intorno, invece che il proprio ombelico 24/7, poi non ragioniamo neppure.
E non parlo del fatidico “finisci la roba che hai nel piatto… pensa ai bambini dell’Africa che muoiono di fame” che con me ha sempre lasciato il tempo che ha trovato (“Mamma allora questo risotto infilalo in una busta e mandalo a loro che a me mi fa cacare”): é evidente che ci sará sempre chi sta peggio di te ma sapere questo, di per sé, non ti svolta la giornata.
Parlo del fatto che a fronte di tanti che compiono battaglie personali col sedere ben saldato alla fodera del divano, vedo quotidianamente gente che non ha nulla – nulla! – oppure che é passata attraverso un periodo d’inferno vero, fare esercizio del proprio desiderio ogni giorno, rimboccarsi le maniche e perseguire i propri obiettivi.
E magari capita anche che cosí facendo uno si rende conto che il positivo c’é, e si scopre grato anche per quel poco che c’ha.

Ecco, io personalmente questi soggetti li trovo piú interessanti.
Se non altro hanno qualcosa da raccontare.

Se non vi piace quello che siete, quindi, alzatevi dal divano (o dalla sedia dell’ufficio, che a volte é lo stesso), e ALMENO esercitate il desiderio, imponetevi degli obiettivi e datevi da fare anche voi.
Ve lo dice uno che ha fatto veramente TANTO POCO rispetto ad altri, ma che comunque, siccome non era contento di quello che era, ha fatto fagotto ed é andato a trentotto anni suonati dall’altra parte del mondo (Ce li avete presenti i cinesi come vivono, vero? Beh, io sí e vi assicuro che non é una passeggiata) lasciando tutto e tutti a 10000km di distanza. E il risultato é che, ad esempio, non solo mi sono riscoperto appassionato a tante cose, ma ho pure imparato ad essere grato ai miei, che mi hanno dato la possibilitá di studiare, di seguire le mie passioni, e anche a mio fratello a casa, oggi, perché il suo essere lí vicino a loro mi permette poter essere qui e fare quello che faccio senza retropensieri.

Io, davvero, non credo di avere niente da insegnare a nessuno. Ma niente niente eh.
E non sono nemmeno particolarmente appassionato delle prediche e dei comizi come questo. Peró sono un frequentatore dei social e quando sento e risento sempre gli stessi lamenti, o vedo girare l’ottocentocinquantasettesimo meme di quella minchiamorta di Lana Del Rey con la messa in piega in tiro e il muso rifatto che le tocca le ginocchia, il piú delle volte seguito da una “gara a chi é piú sfigato” nei commenti, mi viene l’orticaria…
Chi davvero c’ha da farsi il culo, il tempo per tenere questo atteggiamento, non sa dove trovarlo.

Ho concluso.
Prometto che da ora in poi parleró solo di quello che mi succede (e non di come la penso), come ho sempre fatto.

(Porca troia, mi sa tanto che ho bisogno di una vacanza, ve’?)

6 pensieri su “49. Levante vs Pollyanna

  1. Ciao,
    questi “sfoghi” si pensano continuamente, ma scriverli è un’altra cosa, scriverli li rende pesanti e supponenti, a volte. Anche perché spesso sono dettati dal momento, da una giornata storta, o un paio di coglioni ben girati. Spesso si pensano, ma in fondo non ci si crede davvero fino in fondo.
    Sono convinto però che servano, anche e soprattutto a chi li scrive, perché fa bene scrivere di sè stessi scrivendo di altri, fa bene ribadir(si) la propria forza di volontà e anche, perché no, le proprie fortune.
    Solo una cosa: non ti pentire di averlo fatto e di eventuali conseguenze: perché chi si sente chiamato in causa, ed ha la coda di paglia, penserà che in fondo hai ragione.
    Chi si sente chiamato in causa, avendo peró tutti i diritti di dire che ha una vita di merda, penserà semplicemente: che cazzo ne sa, questo…
    Tutto qui.
    Ciao, e in culo alla balena, con ‘sti cinesi. Tieni duro, manca poco…

    • Mattia, grazie per avere commentato, mi fa sempre piacere.
      La penso anch’io cosí e spero che si capisca che non voglio mancare di rispetto alla storia di nessuno, che non conosco nei dettagli. Per esempio: ho letto un post tempo fa di una ragazza che raccontava la propria storia (non facile) e rivendicava il “diritto di lamentarsi” per questo. A parte che non l’ho trovato un vero e proprio “lamento”, nella fattispecie, quanto piú un grido liberatorio, ma io di fronte a questi sprazzi di vita altrui alzo le mani e rimango in devoto silenzio. Mi piace che si dica “pane al pane e vino al vino” e mai mancherei di rispetto.
      Quando parlo di lamento parlo di altro: un “partito preso”, un atteggiamento nei confronti della vita. Questo, personalmente, (lo ribadisco) lo trovo davvero insopportabile.

  2. Io non t’ho mai commentato (anvedi che stronza), ma oggi sì perche sono proprio tanto d’accordo. Nella vita sono stata una team Pollyanna sempre. A volte sì, anche in modo irritante. Sono nata felice, e di cazzi in culo (metaforicamente) ne ho presi tanti e continuo a prenderne uno bello grosso da 3 anni a questa parte, però sono ancora felice. Solo che posso avere una giornata no? La posso avere? No! Perché grazie a chi si lamenta sempre poi sembro un’altra di quelle lì, e io non voglio. E allora 10 giorni fa ho fatto un video con in sottofondo Levante e una faccia da scema, e adesso vorrei non averlo fatto perché ecco poi che succede. Per fortuna Snapchat cancella le prove. TVB

    • Guarda Fede che tra dire “che giornata di merda” tornando a casa la sera dopo essersi fatti un mazzo cosí o dire “che VITA di merda” la mattina ancora prima di alzarsi dal letto ce ne corre eh..!
      Ricambio i buoni sentimenti.

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