88. Far West East

​Adesso vi racconto una cosa che è successa a un mio amico un po’ di tempo fa in Cina.

Immaginate la scena: il mio amico é in macchina con tre colleghi cinesi, di ritorno dall’ufficio. Il tipo alla guida della macchina (che chiameremo T.), appena all’uscita dell’autostrada svolta subito dentro il distributore di benzina, aspetta un po’ al lato delle pompe, e riparte.
Al che il mio amico gli fa: “Tutto bene T? Hai cambiato idea? Niente benzina?”.
Risposta: “Non volevo fare benzina. C’era una macchina che ci stava seguendo”.

Mi ha raccontato questo mio amico che una volta ripartiti si sono trovati dietro un furgone nero a vetri oscurati che li tallonava. Inutile l’inversione di marcia sulla strada verso la stazione ferroviaria: il furgone era sempre lì a due metri da loro. Allora T, a cui il mio amico sedeva accanto, ha cominciato a fare una serie di mosse per cercare di liberarsi del furgone nero, sterzando all’ultimo per cambiare corsia di ingresso al raccordo ma non solo il furgone non mollava, aveva anzi cominciato ad affiancare la macchina, poi a cercare di superarla per stringerla contro il guard-rail e costringerla a fermarsi.
Il mio amico, non parlando cinese, non capiva bene cosa stessero dicendo gli altri tre, fra di loro e ai rispettivi telefoni. Capiva benissimo però che T. si stava agitando parecchio, e stava lanciando la macchina in velocità verso l’autostrada tentando di liberarsi dalla morsa.
Questo mio amico mi ha raccontato che, dopo una ventina di minuti di gincane e corse, si è cacato parecchio sotto quando hanno praticamente sfondato il casello autostradale, mentre gli altri gridavano (inutilmente) al casellante di aprire la sbarra per permettere loro di scappare.
A quanto questo mio amico mi ha detto da lì in poi il furgone alle loro costole non l’ha visto più, ma dopo una corsa all’impazzata verso l’uscita successiva hanno dovuto lasciare la macchina sul ciglio della strada, agguantare gli zaini e correre a piedi fino al casello, dove c’era la Polizia ad aspettarli, che li ha scortati fino al commissariato, li ha interrogati (il mio amico non capiva una parola), li ha fatti pisciare in dei bicchierini di carta in un bagno sudicio per delle analisi imprecisate, e fatti aspettare per due ore finché un’altra macchina non è venuta a prelevarli e portarli a casa perché “viaggiare con quella non era considerato sicuro”. Al mio amico è stato chiesto di sedersi dietro per non farsi vedere tanto, perché [spoiler] ha la barba, e questo lo rende abbastanza riconoscibile.
É cosí che il mio amico ha toccato con mano come risolvono i problemi a Wuhan quando, per un motivo o per un altro (ancora sconosciuto – nota di fine luglio), si pestano i piedi a qualcuno.

Il mio amico ha detto comunque di dirvi che sta bene e che saluta tutti.

Far west east

[UPDATE #1] Giorno2: T. abita nello stesso palazzo del mio amico. La mattina dopo il fattaccio, presto, gli ha telefonato ed é andato a fare colazione da lui perché non aveva niente in casa e non é che si stentisse tanto tranquillo ad uscire. Dall’ufficio li hanno chiamati dicendo loro che era meglio non ci andassero per un paio di giorni per cui hanno lavorato tutto il giorno da casa. In un clima di massima serenitá.
Tanto per rendere l’idea a metá pomeriggio hanno sentito qualcuno tentare di aprire il portone. Sono schizzati in piedi e andati alla porta a occhi pallati. Era l’omino venuto a casa del mio amico per montare il box doccia: c’é mancato tanto cosí che lo prendessimo a seggiolate.

5 pensieri su “88. Far West East

    • Vorrai dire “prendessero…”!
      E cmq, nel dubbio, tagliati la barba e fatti un lifting alla Meg Ryan. Nessuno ti riconoscerà!
      A DOMANI!!! Sarò quella col furgone nero 🙂

  1. Sono sconvolta! Ma chi erano? Che volevano? Che aveva fatto T.? MA STIAMO SCHERZANDO???

  2. Pingback: 162. Breve rassegna stampa - MartinoExpress - Un pratese in Cina (e dintorni)

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