Oggi, giorno 6, mi ha contattato una giornalista.
Ha letto il blog (quindi starà leggendo anche adesso suppongo, per cui non fate gli screanzati e salutatela con me: “Ciao, giornalista!”) e voleva parlarmi perché ha trovato curioso questo episodio di immigrazione al contrario, fra l’Italia e la Cina. Mi ha fatto alcune domande su questi primi giorni di espatrio, il che mi ha obbligato a fare ordine fra i pensieri e chiedermi per la prima volta come realmente mi sento.
Ho scoperto che non sono spaventato. Non c’è la minima traccia di paura. Preoccupazione sì, e vorrei vedere (visto che comunque in questo corpo statuario che mi ritrovo c’è un cervello mediamente funzionante e so che non sarà facile passare attraverso i prossimi mesi) ma non paura.
È sabato e sto trottando come un forsennato. Sto guardando nuovi appartamenti, perché quello che occupo al momento NON MI PARE CONSONO A UN ARTISTIC SUPERVISOR (… diciamo pure che è un tugurio…), sto cercando di orientarmi sul lavoro dentro un contesto degno di un film di fantascienza, la testa mi rimbalza dal far mente locale sul supermercato più vicino a come ultimare al meglio i mock up dei retail perché il cantiere viaggia con dei tempi allucinanti e non si può lasciare niente al caso.
Mi sento sovrastato, ecco. Letteralmente sovrastato. Dalla potenza di tutto quello che mi circonda: dalla grandezza della città, alla mole del lavoro, all’immenso interrogativo che tutto si porta dietro. E mi sorprendo io stesso di come mi ritrovo a buttarmi senza riserve in quest’avventura.
Come ho risposto anche alla giornalista (“Ciao, giornalista, eh!”) sento un friccicorino alla bocca dello stomaco che per me in genere è un buon segno.
Aspettative alle stelle.
Mi piacerebbe solo aveste negli occhi quello che ho io in questo momento.
Forse questo blog un po’ scalcagnato serve proprio a questo.
Fai bene ad avere aspettative alle stelle e pretendere , anche solo per capriccio, un appartamento più consono ad un artist supervisor !
Tanti parlano di voler svoltare , di voler cambiar vita , di voler farsi due soldi , poi però non sono disposti neppure ad alzare il culo dalla casa di mamma o, peggio ancora , a lavorare un ora in più o farsi 100km per andare a lavorare.
Oggi , ancora più di ieri , only the brave!
Il mio “non mi pare consono a un AS” era ironico. La verità è che quello in cui soggiorno adesso sembra il Tugurio del GF.
E quando torni da una giornata sul cantiere hai bisogno di un posto in cui tu ti possa sentire “a casa”, per quanto possibile.
Tutto qui. 🙂