Redtory è un intero quartiere dedicato all’arte e al design creativo nel cuore di Guangzhou.
Si trova sulle rive del fiume Pearl, di fronte al centro espositivo Pazhou e al margine del quartiere di Zhujiang New Town (dove abito io), il nuovo centro economico, dove si concentrano anche molti dei nuovi punti di riferimento di carattere commerciale (Mall of the World, Grand Plaza, Tai Koo Hui), turistico (Canton Tower, IFC Tower, etc…) e culturale (il nuovo teatro dell’opera di Guangzhou, il Museo della Provincia del Guangdong, la nuova Biblioteca di Guangzhou) della cittá.
Se avete studiato, ricorderete che ve l’avevo giá mostrato QUI.
“Redtory” è un’altra cosa: distante anni luce dallo scintillío della Cittá nuova, é uno dei pochi esempi di “riuso” presenti in una cittá che demolisce e ricostruisce alla velocitá del suono. Il contrasto fra il vecchio e il nuovo, il carattere di “precarietá”, la contaminazione fra il gesto artistico e la genesi industriale degli spazi (resa evidente dalla massiccia presenza di vecchi pezzi di macchine della ex-fabbrica accostati alle opere d’arte poste nei vicoli), rimarcano il carattere provvisorio e “in continua trasformazione” tipico della giovane impresa culturale. Oltre all’arte che ospita, “Redtory” attrae molti turisti attirati dall’idea di trascorrere qualche ora di distanza dalle strade affollate della città, e molti fotografi che vengono a passeggiare qui ispirati dall’atmosfera industriale del distretto per i loro scatti.
Noto agli autoctoni come “The Red Brick Factory”, Redtory è una vecchia fabbrica di cibo in scatola in stile “Soviet” abbandonata, e trasformata in un distretto per l’arte nel 2009. L’ex complesso industriale è ora interamente dedicato all’arte pubblica: molti dei vecchi capannoni, le officine, i dormitori, sono ora occupati da studi creativi, da gallerie d’arte, da spazi espositivi che ospitano mostre temporanee di artisti cinesi e internazionali. C’é anche un vero e proprio Museo per l’arte contemporanea, ospitato in un edificio alto quattro piani… senza finestre.
Dicono che chi é stato al “798 art district” di Beijing o al Tianzifang di Shanghai vedendo il Redtory rimane spesso deluso: qui l’arte contemporanea in senso stretto costituisce ancora un primo tentativo di sforzo creativo. Molti magazzini e capannoni in Redtory sono ancora vuoti e in attesa di essere convertiti in studi d’arte, in gallerie, in negozi, e molti altri ambienti ospitano solo mostre temporanee e capita di trovare spesso dei blocchi chiusi perché in preparazione della successiva esposizione.
Il Redtory, comunque, non è commercializzato come il 798 di Beijing, o almeno non ancora. Qui il commercio é qui accostato all’arte quel tanto che basta da rendere “attractive” il distretto anche ai “non addetti ai lavori”: in giro ci sono varie wanna-be-trendy caffetterie/bookshop dove i visitatori possono sorseggiare una tazza di tè durante la consultazione dei libri, negozi dove possono acquistare prodotti di design (da borse in cuoio cucite a mano da giovani stilisti/artigiani della zona, a prodotti piú commerciali, come le tazze di caffè e le T-shirts firmate Redtory), e ristoranti di fascia medio-alta in stile radical-chic, per deliziare il palato di una gioventù fresca e stilosa, ma allo stesso tempo anche intellettuale e decisamente art-oriented.
Un po’come la mia, insomma.
Al di lá di tutto “Redtory” é comunque un promettente spazio culturale nel cuore di Guangzhou, e questo non é poco. La stessa sua presenza, a due fermate della Metro dal nuovo quartiere finanziario di Zhujiang New Town si pone a memoria del fatto che Guangzhou non è solo un polo di attività economica, ma anche una città dove la cultura dell’arte e la storia hanno il loro spazio.
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