Io sono un “amicone”.
Nel senso che sono sempre stato uno che da solo le cose non le ha mai volute fare e che quindi, nei propri progetti, ha sempre coinvolto le persone più disparate. Un “aggregatore”, forse, si direbbe. É che la solitudine non mi ha mai attratto se non in sporadiche occasioni; forse è per questo che oggi faccio questo uso massiccio dei social (e questo blog, tipo)… perché sono uno che condivide, uno a cui piace fare le cose con gli altri.
Questo fine settimana sono stato a Bangkok. Due giorni. E ci sono andato da solo.
Volevo farlo, volevo vederla, Bangkok, sin dai tempi in cui ho scritto questo QUI.
L’Olandese era KO, lo Stimato Collega idem (c’ha ‘na certa, il ragazzo… – in realtá lo scrivo solo perché mi auguro che mi legga e si penta amaramente), la Romana é ritornata al nido e quindi ho preso e sono andato per conto mio.
Felice di aver preso questa decisione, non cambierei questa circostanza per nessun’altra al mondo.
C’ero io, con la mia voglia di vedere e fare, col mio (poco, troppo poco) tempo a disposizione, e una cittá mastodontica da cominciare a assaporare. Piena di contrasti e paradossi come solo le cittá d’Oriente – per quanto ho visto fin’ora- sanno essere.
Non mi sono sentito solo nemmeno per un istante.
Ho dovuto fare un po’ il giro “classico” (vedi carrellata di immagini a seguire – immagino che tanti di voi abbiano foto simili, magari nell’album del viaggio di nozze), ma in qualche angolo oscuro, uscendo dal “recommended trip”, mi ci sono infilato. E mi é venuto voglia di vedere, sapere, e fare di piú.
Magari ci torneró.
Magari no.
Magari faró come Jim Thompson – il mio nuovo eroe personale -, che ci é andato, ci é ritornato, e alla fine ci é rimasto (in tutti i sensi).
Sai ‘na sega te, la vita, che piega prende.
Bellissima Marti sei un mito! Però mi pare un pò umido!
Lo era… Come a Guangzhou, del resto.
I tropici c’hanno sto problema…
Ciao!