Per la mia esperienza il modo migliore di vivere Bali é questo qui: ti dai un obiettivo giornaliero di qualcosa da andare a vedere; se possibile eviti le gite organizzate che ti ci portano col pulmino assieme a quelche tedesco ustionato a cui suda il labbro superiore e ti prendi un motorino; dai un’occhiata alla mappa per capire che strada prendere; ti perdi rincorrendo le mille cose che incontrerai per la strada; ti affidi alle indicazioni della gente per tornare a casa.
Per me questo si é rilevato un metodo ottimo, sia da solo che in compagnia.
Cosí, risalenedo la strada verso il Pura Besakih (che é il tempio piú esteso dell’isola e si trova in montagna ai piedi del vulcano) ho incontrato le terrazze di riso sotto Tegallalang – le piú ripide e suggestive che ho visitato in tutta la settimana -, ho fatto una degustazione di caffé invitato da un ragazzo a cui ho chiesto informazioni per la strada, ho rifatto il guardaroba comprando vestiti tradizionali e “il mai piú senza pareo” che ti devi mettere a coprire le gambe quando varchi i luoghi sacri, e beccato a 1800m una tempesta tropicale che mi ha inzuppato anche le mutande.
Per non farsi mancare nulla.
[Continua]