Attenzione perché sto per dire una cosa rischiosa.
Ho preso qualcosa come otto treni diversi in un giorno spostandomi dal centro alle zone piú verso l’aperta campagna di Kyoto e mi pare di aver capito che quando viaggio lo faccio con l’approccio di uno che visita un posto come se dovesse andare ad abitare lì e capire se gli può piacere oppure no. Ne va di conseguenza che mi lascio costantemente prendere la mano.
Me n’ero già accorto mentre mi allontanavo dai circuiti più turistici fin dentro stradine sperdute fotografandone angoli senza apparentemente nessun valore estetico (cercando di cogliere il senso di determinate scelte progettuali e solo un frammento di vita di chi abita quegli spazi) ma la conferma mi è arrivata quando mi sono ritrovato – cosa per i locali assolutamente abituale – immerso, come mamma m’ha fatto, in una vasca d’acqua bollente, all’aperto, circondato da giapponesi nudi, nel bel mezzo delle colline di Kumara (a un’ora di treno dal centro di Kyoto) come se fosse la cosa piú normale del mondo. Io che mi son sempre vergognato anche ad andare al bagno del campeggio in mutande e con il rotolo di carta igienica in mano.
Non che questo abbia alcunché di eccezionale: credo che chiunque “viaggiatore” (e io sono un “viaggiatore“… “turisti” sarete voi!) abbia questa attrazione per l’immedesimazione nel luogo in cui si trova ma mi è piaciuto ritrovarmi in questa veste.
Al punto che più di una volta ho pensato: “ecco, io a vivere qui mi ci vedrei”.
(Paura, eh…)
Lantern Guesthous in Gion.
Arashiyama e bosco di bamboo.
Ohkhochi Sanso Garden.
Jojakko-ji Temple.
Onsen a Kumara
Martino, non ho piu facebook e ti seguo solo da qui. Io non so se hai un senso del bello esagerato, se c’è molta post-produzione o se i posti sono veramente spettacolari, ma queste foto sono fantastiche. Ma veramente fantastiche.
Complimenti.
Ahahahaha! Grazie! In effetti un po’di post-produzione c’é. Spero che anche il mio “senso del bello” faccia la sua parte. Ciao Eddy!
E niente… A me l’Oriente ancora non ha convinto…