121. Su, coraggio

MayDay, MayDay… Torre di controllo, abbiamo un problema.

​Wuhan, Primo Maggio duemiladiciassette.
Ha piovuto tutto il giorno e io non mi sono mosso da casa, rallentato al punto di accorgermi solo il pomeriggio alle sei di non essermi nemmeno tolto di dosso la maglietta con la quale dormo.

Ho fatto la barba prima di colazione, lavato i capelli, cosparso la faccia con una crema grassa come lo strutto che mi aveva dato il dermatologo e che era rimasta lì, intonsa, nel cassetto di fondo del mobile del bagno per un anno, da quando ce l’avevo infilata dopo l’ultimo trasloco.
Ho passato la mattinata cucinando verdure e sughi per la pasta sufficienti a sfamare una famiglia per un mese in un bunker antiatomico, ho diviso tutto in pratiche vaschette mono-porzione che adesso albergano stipate nel cassetto grande le freezer. Ho tolto la roba invernale dall’armadio, l’ho esaminata, piegata e catalogata con una precisione degna di un archeologo, riponendola in sacche di plastica in cui ho fatto il sottovuoto perché una volta che ci sei falle a modino, le cose.
Ho tirato fuori scatole e imballaggi dal ripiano alto dello scaffale, ho passato al setaccio libri e apparecchi vari, selezionato ciò di cui potevo fare a meno nelle settimane a seguire, l’ho spolverato con cura e impacchettato per bene.
Ho visto quattro episodi di una serie televisiva nuova, che mi piace, cercato recensioni e retroscena su internet, iniziato una lista di film che voglio vedere, ho visto spegnersi le luci del ristorante di fronte, quell’attimo in cui il salotto passa dall’essere prevalentemente giallo all’essere fondamentalmente buio.

Sul letto ho ancora il piumone. Però da un po’ ho smesso di rincalzarlo in fondo sotto il materasso, e dormo con i piedi fuori. Stasera si sente anche la brezza con la punta delle dita perché ho tirato le zanzariere, aperto le tende e spalancato tutte le finestre prima di andare a letto. Temo stia irrimediabilmente arrivando l’estate.

Oggi é cominciato ufficialmente il mio ultimo mese a Wuhan.
Fra un mese questa sará la prima notte in una nuova casa (che ancora non c’é), in un’altra cittá.
Mi fa una fatica bestia.

Primo Maggio.
Su, coraggio.

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