124. Tutto finito.

Beijing, Repubblica Popolare Cinese, Maggio 2017.

Se arrivate in cittá in questo periodo, facendovi ritorno dopo anche solo un po’ di tempo, forse sará bene che qualcuno vi metta in guardia su una cosa.

Scordatevi i negozietti che illuminavano di sera le lunghe vie tutte dritte degli Hutong, i piccoli bar aperti sulla strada, le piccole attivitá che mantenevano vivo il tessuto dei vecchi quartieri della “Capitale del Nord”.

Levatevi dalla testa il RAMO di Fangjia Hutong, Il Mojito Man o l’Aperitivo di Sanlitun, il messicano-coreano Palms LA di Zhangwang ma soprattutto dite addio al leggendario Slow Boat di Dongsi, con le patatine fritte piú buona di tutta l’Asia.
Ecco. Cosí come avete fatto con questi, adesso dimenticatevi per sempre anche tanti altri luoghi, a centinaia, quelli in cui fino a poco tempo fa vi eravate magari goduti una bevuta in strada durante una delle rare serate limpide dell’estate pechinese, o dove vi eravate rifugiati a cenare nelle fredde serata d’inverno.

Come avevo accennato QUI, sull’onda di un radicale intervento governativo di ripristino dei caratteri originali degli edifici (che non si capisce bene in cosa dovrebbero consistere), che in realtá si dice nasconda un’operazione ben piú ampia di ripulisti urbano atta a scoraggiare i piccoli imprenditori a trasferirsi a Beijing col rischio di aumentarne il sovraffollamento, in poche settimane gli scagnozzi del governo hanno buttato giú tutto. Per le strade cittadine, o almeno in quelle che conservavano un po’ di “anima”, fuori dei soliti quartieri di nuova costruzione che potrebbero essere lí come da qualsiasi altra parte, non c’é piú nulla. Hanno fatto chiudere tutti i locali belli, cacciato tutti, hanno fatto un giro di ruspe o chiuso tutte le vetrine con muri di mattoni alti quattro metri. In pratica, come si fa in Cina a disincentivare un investimento in un’area urbana potenzialmente problematica? La si distrugge, minandola alla radice della sua natura piú autentica e viva.

Ora, a onore del vero ci sarebbe da capire quanto tutte queste attività fossero dotate di regolare licenza o quanto questi fronti commerciali non fossero altro che frutto di superfetazioni abusive stratificatesi per anni, ma di fatto esse facevano ormai parte dell’immagine stessa della città, avevano davvero tenuto vivi nel tempo chilometri quadrati di scenario urbano. Viene da chiedersi se chi ha messo in moto questa operazione abbia fatto una riflessione su quanto sarà desolante lo scenario serale di queste strade tutte buie, mute, deserte e probabilmente destinate a diventare covo di micro-criminalità ( cosa che a Beijing si presenta, oggi, con poco più di qualche sporadico episodio), viene da chiedersi se ne valeva veramente la pena, se non si poteva fare in un altro modo. Il fatto é che, peró, chiederselo o non chiederselo non fa alcuna differenza.
Io lo devo ancora incontrare qualcuno che, cinese, straniero o marziano che sia, non trovi questa operazione ridicola, dannosa, priva di senso e controproducente da tutti i punti di vista… ma ovviamente guai a fiatare. Mentre in Italia si fanno sit-in e si bloccano cantieri di autostrade e ferrovie per salvare due platani e una cicogna, qui ce ne stiamo tutti muti a ciucciarci le ruspe che da un giorno all’altro ci sventrano casa (tranquilla, mamma, casa mia sta nell’interno ed é al sicuro, cosí come la strada per arrivarci).

Non resta che sperare che cosí come sono scomparse queste attivitá ricompaiano da qualche altra parte, dando magari vita a una nuova centralitá o ancora meglio a un nuovo modo di vivere queste aree urbane: da nessuna parte gli scenari cambiano velocemente e in modo sorprendente come in Cina. Nessuno sa quale sará la situazione anche solo fra qualche settimana. Oggi come oggi, peró, Beijing appare come una cittá in ginocchio, e cosí é.
Bel modo di darmi il benvenuto.

Buttiamola sul ridere, va’.

Ps: mi hanno fatto notare che la Mailing List non funziona. In realtá funziona eccome, sono io che non ho ancora avuto modo di metterne a punto il meccanismo. Prometto che insieme a casa nuova metteró a posto anche il blog, intanto statev’ accuort’ e continuate a iscrivervi copiosi utilizzando il form QUI SOTTO. 谢谢!

Un pensiero su “124. Tutto finito.

  1. Pingback: 128. Hutong Lifestyle. – MartinoExpress - Un pratese in Cina (e dintorni)

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