La Cina è quel posto in cui tutto funziona alla perfezione, ma solo finché qualcosa non esce fuori dalla beata corrente dell’automatismo: se a quel punto hai un problema per la cui soluzione non c’è un semplice bottone da premere, nessuno sembra più essere in grado di aiutarti (perché tu non sei una persona, sei un numero, e un numero mica potrá avere un problema non standard da risolvere!) il che ti fa scoprire che in realtá non funziona bene davvero niente.
La Cina è quel posto che per lo stesso motivo di cui sopra ti blocca in automatico gli account di Alipay, di Taobao e del Mobike, e la motivazione é che il tuo numero telefonico è intestato non a te ma all’azienda, peró quando ti presenti all’ufficio con la voltura ricevi solo un “thank you for cooperation” perché la dura veritá é che l’account non hanno idea di come fare a sbloccartelo.
La Cina è quel posto in cui le strade sono pulitissime ma in cui nessuno è riuscito a capire che, se molli per terra una cartaccia o ancora peggio ci sputi su, l’oggetto in questione non si smaterializza come per magia ma poi non ce lo trovi piú solo perche c’é un’addetto che fa sempre lo stesso percorso durante tutto il giorno con la scopa in mano, col risultato che se l’addetto per qualche ragione non c’è si cammina pacifici in mezzo a monti di sudicio.
La Cina è quel posto in cui la gente sembra effettivamente aver capito che sulle scale mobili della metro si sta in piedi fermi solo sul lato destro mentre sul lato sinistro si cammina, ma se un individuo (di solito troppo appiccicato al cellulare per rendersi conto della realtá circostante) si piazza in mezzo e blocca il passaggio, nessuno alza la voce o banalmente chiede permesso per passare, per cui giú file interminabili e inspiegabili, immobili come statue di cera nel bel mezzo del flusso di gente trafelata.
La Cina è quel posto in cui a telefono si grida sempre, si toglie la suoneria mai, in cui sui marciapiedi ci si va coi motorini elettrici a tutto fuoco suonando per far spostare i pedoni o nella migliore delle ipotesi ci si fanno le passeggiate a braccetto a quattro a quattro camminando a due all’ora.
La Cina é quel posto in cui nei bagni pubblici ci si gioca al cellulare, fumando e occupando la tazza del cesso per ore, senza nessuno che sfondi prima la porta del gabinetto a calci, e poi la tua calotta cranica a suon di nocchini (come peraltro meriteresti).
La Cina é, notoriamente, quel posto in cui il thè si beve rigorosamente sbrodolando, i noodles si mangiano rigorosamente sbrodolando, i dumplings si inghiottono interi, rigorosamente sbrodolando, e in cui dal ristorante di strada si esce con la sportina del “Doggy-bag” ma in quello appena un po’ piú fancy si ordinano apposta dieci pietanze in due lasciando alla fine tutto lì senza averlo toccato.
Io, che invece sono uno che in genere non disdegna di essere preso sul serio, che mal sopporta i distratti, gli sprechi, e soprattutto chi mi fa perdere tempo, avrei tutte le ragioni del mondo per diventare un carro armato, uno che si fa spazio fra la folla con un machete, un individuo che si lamenta di tutto e di tutti dalla mattina alla sera. In tanti lo fanno, no? C’è chi ne fa addirittura una cifra stilistica. Io no, e se qualche volta m’é scappato di condividere un lamento o un’incazzatura, mi sono sempre pentito subito dopo. Lo scrivo qui perché voglio ricordarmene sempre in futuro, perché chi ha la disgrazia di seguirmi mi bacchetti e mi richiami all’ordine quando mi vede abbracciare questo atteggiamento. Io non voglio diventare una principessa sul pisello perennemente innervosita, non voglio diventare uno che “il problema sono gli altri” sempre, uno che scarica frustrazioni a 360° e che mette sempre l’accento su quello che non é come dovrebbe essere (leggasi come piacerebbe a lui). Per cosa, poi? Per farmi il sangue amaro, trattare io per primo la gente intorno a me come fossero numeri o, peggio, per poter emergere dal contesto come a sottolineare che “io sono meglio”?
Io non voglio essere meglio.
Io voglio essere Zen.
[DISCLAIMER] Quello scritto sopra é il mio proposito per il futuro anno sociale. Siccome peró per essere Zen bisogna essere in un equilibrio interiore che favorisca una partecipazione attiva e consapevole al mondo, mentre io al momento sono PIENOMARIAGIOVANNA, stanotte intanto monto su un aereo e me ne vado in vacanza. Poi ne riparliamo.
Buone vacanze a tutti.