144. Lost in Play

LOST IN PLAY é il titolo dell’ottava edizione del “Crossover Art Project” di Marie Galdar, “nota” (…) marca di cosmetici cinese, che una volta l’anno organizza quella che collocherei a metá fra una performance e una galleria di installazioni d’arte contemporanea, aventi come denominatore comune la sfera digitale, regalando cosí due ore di sogno-delirio a un pubblico selezionatissimo di visitatori.
Fra questo gruppo selezionatissimo di visitatori a questo giro c’ero anche io, complice il fatto che un signore che alcuni di voi conosceranno come Gastanuke (al secolo Nicola Gastaldi) é stato invitato dalla Marie Galdar a esporre all’interno della rassegna con una delle sue creazioni. Secondo questa usanza che a me piace tantissimo, per la quale chiunque – nel ristrettissimo universo di quelli che mi seguono e mi leggono, beninteso – capiti a Beijing mi chiama e ci vediamo, Gasta non solo mi ha contattato, facendomi piacevolmente compagnia per un paio di giri di cene e bevute negli hutong, ma mi ha pure imbucato alla grandissima all’evento.

Lo scenario che ci si é aperto davanti, varcata la soglia del del Chao Sanlutun Hotel (albergo chic-ma-non-troppo-tamarro sorto recentemente ad arricchire lo scintillante skyline notturno di Beijing) é stato quello di una serie di stanze contigue, come facenti parte di un racconto dall’atmosfera a la “Alice in Wonderland”, a cui si accedeva in gruppo, accompagnati da coniglietti neri incappucciati. Tutt’altro che uno spazio a libera fruizione, quindi, quanto un vero percorso guidato alla scoperta delle stranezze di questo mondo fatato e sinistro allo stesso tempo, in cui si fondevano comunicazione digitale, animazione 3d, riferimenti al tempo, alla cultura e all’estetica orientale, cenni all’ambito della bellezza e piú in particolare della cosmetica.

Devo dire che mi é piaciuto e sono stato felice di partecipare: da un lato perché vedere il modo in cui la Cina riesce a mettere assieme in relativamente poco tempo cose grandiose (non solo nel campo dell’edilizia) e raggiungere anche un certo livello di perfezionismo é sempre sorprendente, dall’altro perché considero il trovarsi spalla a spalla con qualcuno in un momento di condivisione della propria creativitá – vedere gente tosta “sul pezzo”, per farle breve – un autentico priviligio.













Mi riservo quindi di aggiornare questo post in seguito, in caso l’organizzazione dell’evento esca con qualche contributo foto o video fatto un po’ meno alla cazzo di cane. Intanto vi lascio col Video di “The Cave”, l’installazione di Gasta, direttamente dal suo canale VIMEO che, a differenza del mio, fatto alla cazzo di cane non é.

<UPDATE 11.11: Qui sotto c’é il video-reportage ufficiale della manifestazione, dove per una frazione di secondo potete vedere anche me e Gasta in Slow-motion per la gioia delle vostre pupille (dovete far finire lo spot per visualizzarlo, un po’ di pazienza)>




Distinti saluti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *