145. Quarantuno

L’anno scorso di questi tempi, per il mio quarantesimo compleanno, scrissi un post strappamutande perché la cifra tonda mi sembrava comunque una pietra miliare da segnare in qualche modo: era un momento un po’ cosí per me, perché abitavo a Wuhan, in una condizione un po’ estrema e generalmente solitaria, e un rigurgito di domande esistenziali tipo “chi siamo – dove andiamo – c’é vita nello spazio – la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio” era quasi inevitabile.

Quest’anno, che gli anni sono quarantuno, mi sono messo il cuore in pace sul fatto che tanto é inutile mettersi fretta perché certe domande sono destinate a rimanere tali e in piú sto inesorabilmente invecchiando (SUCA), per cui ho deciso semplicemente di godermi l’attimo anche se non so quanto dura, senza dover fare lo sforzo di immaginarmi in un ipotetico futuro, e limitarmi a festeggiare circondato da quelli che la mia vita mi ha messo accanto in questo momento.

Beh, devo dire che lo preferisco.

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