146. Aggiornamenti dal fronte.

Rapidi aggiornamenti dal fronte.

É arrivato l’inverno. Fa un freddo porco ma il cielo é limpido, l’aria é pulita e delle botte di smog che portavano il PM2.5 a 800 in tre ore come due anni fa per il momento nemmeno l’ombra (ndr, scrivo con la punta del naso perché ho entrambe le mani impegnate a agguantarmi gli zebedei).

Pechino sta diventando un po’ piú casa mia, e questo é un aspetto estremamente interessante. Lo vedo dal modo in cui cambia la percezione del mio imminente futuro, dal modo in cui emergono nuove aspettative nei confronti del lavoro, e soprattutto dal desiderio di rimettere in moto tanti aspetti della mia vita “relazionale” (lasciatemi usare questo termine senza giungere a facili conclusioni) che, dopo tanto tempo da nomade, avevo inevitabilmente un po’ messo in stand-by. Quando sei da solo a Wuhan, circondato dal nulla per un anno intero, di un certo senso di mancanza che senti sai immediatamente a chi dare la colpa: quando invece vivi in una cittá come Beijing, che giá di per sé offre mille opportunitá e in piú ti trovi in poco tempo circondato da persone che ti vogliono bene, per contrasto, ti chiedi se davvero davvero davvero queste siano casa tua e la vita che vuoi fare. Non ho urgenza di una risposta, perché comunque qui io sto bene*, ma é interessante che sia emersa questa domanda ed é mia intenzione lavorarci su nei mesi a venire.

(*) tutte le volte che dico “sto bene”, a scanso di equivoci, immaginatemi cosí:

il mio duemilasedici 🍸

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Meanwhile, il mio tanto declamato appartamento in Hutong si sta rivelando una scelta felice… e un dito al culo una discreta fonte di disagio allo stesso tempo. Cosí com’é bello tornare a casa a tarda sera nel silenzio di BeiXinQiao e godere della luce della luna fra le casette spoglie invece che infilarsi in un cassetto al trentesimo piano di un casermone grigio, sarebbe bello anche svegliarsi la mattina in un habitat caldo e confortevole invece che in un abbattitore per la pannacotta, ma “vabbé é andata cosí / anche questa é fatta / ció che non uccide fortifica / altra frase fatta a caso”.

Il tutto come meglio sintetizzato dal breve ma significativo video offertovi a seguire, derivato da quel progetto editoriale preciso ed esauriente che sono le mie Instagram Stories e che vi ricordo sempre di seguire [Snapchat l’ho chiuso definitivamente da tempo perché era diventato pesante come il piombo].

A conclusione di questo svarione all’insegna del non-sense come nella miglior tradizione martinoexpress, ma non senza avervi ricordato di consultare e tenere d’occhio la nuova pagina “LIBRI” del blog, ecco quindi il mio rituale countdown per il mio rientro in Patria, ad uso e consumo dei numerosi di voi che non vedranno certamente l’ora di venire a raccattarmi in aeroporto sventolando stendardi, di correre a portarmi strenne o a tirarmi arance come al carnevale di Ivrea.

-2462Days -15Hours -30Mins -38Secs

Quest’anno le vacanze saranno super rilassate, ho quasi due settimane a disposizione per imbottirmi di tutto quello che la sana dieta mediterranea avrá voglia di mettermi a disposizione per le magre festivitá natalizie, non ho preso impegni e programmato, per il momento, nessuna trasferta. Non ci sará nemmeno da sbattersi per imbastire il cenone di Capodanno: per la sera di San Silvestro i programmi sono giá stati fissati con ampio anticipo grazie al privilegio concessomi dall’essere stato invitato a quello che giá possiamo definire l’evento dell’anno e – vista la furbata di piazzarlo a mezzanotte – direttamente anche dell’anno dopo.

Il e il mio smoking custom-made nuovo di pacca, probabilmente cucito su misura dalle sapienti mani di cinesini ottenni sepolti nel sottoscala di qualche evasore fiscale, siamo giá bell’e pronti per il rientro in grande stile.

A molto presto.

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