165. Emeishan

Questa cosa che non si può uscire dalla Cina (a onore del vero si può, ma le frontiere sono ancora chiuse in ingresso per via del Covid per cui si rischia di non poter rientrare) è una bella fregatura, ma ha anche degli aspetti positivi.
Sarà che la mia bucket list di posti da visitare nella “Terra di mezzo” si era allungata nel tempo perché i miei weekend li trascorrevo essenzialmente a Beijing e le mie vacanze all’estero, ma questa permanenza forzata in Mainland ha finito per essere un ottimo momento per spuntare qualche voce dall’elenco. In più Chongqing si è rivelata un ottimo punto strategico per viaggiare nelle zone della Cina caratterizzate dagli scenari naturali più mozzafiato: il monte Emei, a un’ora di treno (più dieci di cammino) da Chengdu, vale decisamente che gli venga dedicato un fine settimana.

Il sito del Monte Emei consiste in un area naturale dominata dall’omonima cima su cui si trova un importante Tempio Buddhista: all’interno si trovano vari templi e delle aree naturali molto interessanti, come la celebre vallata popolata dal Macaco Tibetano (tenuto a distanza in questo periodo per rischio contagio da Covid). L’intero comparto è Patrimonio UNESCO.
Alla fine, proprio a causa delle misure restrittive per il contenimento del contagio (che vietano i gruppi turistici organizzati provenienti da fuori provincia, e che hanno scoraggiato tantissimi avventori), la visita è stata godibilissima: poca calca, tempi di percorrenza ragionevoli, zero code chilometriche.
Se passate da queste parti fateci un pensierino: non dimenticate lo spray per le zanzare, un sacchetto in cui mettere i vestiti fradici dopo l’escursione e, se dormite in cima come abbiamo fatto noi (3077m slm), uno di quei pasticconi dopanti che ossigenano il sangue, perché l’altitudine si sente.
Magari fatemelo sapere che ci torno anch’io, assieme a voi, molto volentieri.
Ciao.





























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